I Bambini: Piccoli Aiutanti per il Decluttering
Quando si ha a che fare con i bambini, soprattutto se molto piccoli, si ha sempre l’impressione che qualsiasi loro azione o interesse in un certo qual modo sia in contrasto con ciò che in quel momento ci apprestiamo ad ordinare o riassettare o riorganizzare.
La piccola presenza diventa quindi ingombrante e il nostro amabile “guastafeste” pare far di tutto per rallentarci il lavoro.
Capire il comportamento naturale dei più piccoli
Di fatto, il bambino, per sua natura, non ha interesse a “disturbare” o ad “intralciare”; semplicemente segue la sua curiosità e voglia di esplorazione, incurante di ciò che accade nell’ambiente circostante. Sta a noi adulti indirizzarlo, con dolcezza e determinazione ma senza atteggiamenti impositivi o coercitivi, ad attività che possano essere allineate con le nostre, in quello specifico momento.
Coinvolgerli nel decluttering: un'opportunità educativa
Teniamo presente che il nostro bimbo adora riempire e svuotare, impilare e riunire, trascinare e trasportare; è quindi solo necessario mostrargli tali attività nell’ambito di un lavoro progettato e organico, di cui noi adulti deteniamo il planning che magari sfugge al nostro piccolo aiutante, ma che per lui/lei può costituire semplicemente un gioco che gli offre divertimento e nuove acquisizioni cognitive e motorie.
Il gioco come chiave per la collaborazione
“Ti va di fare con me un nuovo gioco?” potrebbe dunque essere un buon esordio - fin dai suoi 2 anni di età - per coinvolgere il nostro bambino in ciò che ci stiamo approntando a fare, avendo sempre l’accortezza di chiamarlo in causa quando prevediamo il contatto e la manipolazione di oggetti non pericolosi o particolarmente frangibili o delicati.
Un esempio pratico in cucina
Supponiamo di dover sistemare l’ambiente cucina che sappiamo essere potenzialmente pericoloso per i piccolissimi. Potremmo, ad esempio, sistemare un tappetino al centro della stanza in cui faremo sedere il bambino - scongiurando così pericoli di cadute da sedie o tavoli- e potremmo mettere dinnanzi a lui/lei il cassetto con i portaposate - dal quale avremo già tolto i coltelli - invitandolo a sistemare le forchette in uno scomparto, i cucchiai in un altro e i cucchiaini in un altro ancora.
I benefici del gioco euristico
Ciò che otterremo sarà, in primis, avere il nostro piccolo sott’occhio e non in un’altra stanza, obbligandoci ad un controllo alternato che ci costringerebbe ad interrompere costantemente il nostro lavoro, e in seconda battuta offriremo al piccolo collaboratore un importante approccio a quello che, nei nidi e nelle scuole d’infanzia, è adesso conosciuto come “gioco euristico”, costituito da oggetti di uso comune, che stimolano la partecipazione alle attività del quotidiano nonché la loro manipolazione fantasiosa e il gioco simbolico.
La gratificazione condivisa
Alla fine di questo momento condiviso, la soddisfazione sarà anch’essa condivisibile, magari esprimendo - all’altro genitore o ai fratellini - in modo esplicito che l’ordine di quel tale cassetto è stato compiuto dal nostro bambino, che trarrà concreta soddisfazione dal suo lavoro, oltre che grande divertimento!
Un approccio estendibile in tutta la casa
Questo approccio giocoso e coinvolgente può essere facilmente applicato anche in altri ambienti domestici, trasformando il riordino in un’attività condivisa e formativa.
Nella cameretta, ad esempio, si possono invitare i bambini a raccogliere e ordinare i peluche per dimensione o colore, o a “fare spazio” tra i giochi vecchi decidendo insieme cosa tenere e cosa regalare.
Anche in bagno si possono creare piccoli momenti di autonomia e ordine: impilare i rotoli di carta igienica, o scegliere dove sistemare gli asciugamani. Tutto può diventare un’occasione per stimolare la fantasia, l’organizzazione e la collaborazione, senso cromatico e percezione dei volumi.
Questo articolo è stato scritto da Beatrice, educatrice professionale e parte del team di Decluttering Lab Milano in veste di consulente per progetti personalizzati “Speciale Bimbi”. Con la sua esperienza nel mondo dell’infanzia e come mamma di 3 figli, Beatrice supporta famiglie con bambini da 0 a 6 anni nel creare ambienti più funzionali, sereni e stimolanti.